Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia.
Che dunque? Ci metteremo a peccare perché non siamo sotto la Legge, ma sotto la grazia? È assurdo! Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia?
Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.
Paolo è consapevole che con il battesimo il cristiano fa una scelta: è uno che vive una vita nuova, è un vivente ritornato dai morti, e la sua nuova vita è caratterizzata dalla scelta di essere strumento di giustizia con tutto sé stesso.
Anche se il cristiano non vede la Legge come suo principale punto di riferimento, non per questo è dominato dal peccato, perché la sua vita è stata rinnovata.
Questo riferimento alla giustizia è totalizzante per il credente: non esiste altra prospettiva che questa, a tal punto da considerarsi – se così si può dire – “schiavo della giustizia”. Giusto per non lasciare fraintendimenti.
Salmo 123
Se il Signore non fosse stato per noi
– lo dica Israele –,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.
Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
Preghiamo
Dio onnipotente ed eterno, crea in noi un cuore generoso e fedele,
perché possiamo sempre servirti con lealtà e purezza di spirito.
Una curiosità: è dalla lettera ai Romani che i protestanti non riconoscono il sacramento della confessione? Perché come dice San Paolo noi non siamo sotto la legge ma investiti della grazia.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Il commento alla lettera ai Romani è uno dei testi più importanti di M. Lutero proprio sul tema della grazia. Più che il sacramento della confessione il dibattito con il mondo protestante verteva e verte sul rapporto tra l’azione della grazia di Dio e l’efficacia dell’opera dell’uomo per collaborare alla grazia. Ovviamente alcuni sacramenti, per come erano vissuti e interpretati prima del Concilio di Trento, ponevano molto l’accento sull’opera penitenziale dell’uomo per ottenere la salvezza e il perdono, rischiando di porre in secondo piano l’azione della grazia di Dio… da qui la polemica sul sacramento.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie. A volte mi sento molto ignorante riguardo i principi fondanti della nostra fede
"Mi piace""Mi piace"
Come mai oggi nessun comment
"Mi piace""Mi piace"
Perché no? Ho scritto sia ieri che oggi…
"Mi piace""Mi piace"