Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
Dio infatti non ci ha destinati alla sua ira, ma ad ottenere la salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. Perciò confortatevi a vicenda e siate di aiuto gli uni agli altri, come già fate.
Essere figli della luce non è una prerogativa data una volta per sempre, ma, oltre che essere un dono legato al battesimo, è il frutto di un impegno nella sobrietà e nella vigilanza.
Il battezzato, rinato a vita nuova e divenuto figlio della luce, vive in questo mondo con uno stile caratterizzato da questa luce che, che si afferma nel giorno del battesimo, deve essere custodita e alimentata.
La vigilanza è la capacità di vivere nel mondo con una certa attenzione, senza superficialità e sbadataggine. Essa ci rende capaci di cogliere le sfide e le provocazioni; capaci di rispondere in modo adeguato portando la propria testimonianza e impegnandosi per la giustizia. La vigilanza è legata molto alla capacità del discernimento, del saper riconoscere quello che vale e impegnarsi a farlo crescere.
La sobrietà è la risposta al discernimento; è la capacità di compiere scelte concentrandosi sull’essenziale senza disperdersi nell’effimero. Papa Francesco richiama spesso il pericolo della mondanità e del pensiero mondano. Quel modo di pensare e di vivere è contrario alla sobrietà, che ci consente di essere ben radicati su ciò che conta davvero.
Dal Salmo 27
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Preghiamo
O Dio, che guidi il tuo popolo
con la soavità e la forza del tuo amore,
per intercessione del papa san Gregorio Magno
dona il tuo Spirito di sapienza
a coloro che hai posto maestri e guide nella Chiesa,
perché il progresso dei fedeli
sia gioia eterna dei pastori.