Alcune regole per gli Ebrei erano molto chiare: non si poteva toccare un morto; non si poteva toccare una donna durante il ciclo mestruale. In ambedue i casi si contraeva l’impurità rituale (Cfr. Lv 15,19-20-33; Nm 19,13): si era esclusi dal culto e qualsiasi cosa venisse toccata diventava impura.
Per questo quella donna cerca di toccare Gesù alle spalle, di nascosto, e si spaventa quando Gesù la cerca. Ha compiuto un atto grave secondo al Legge di Mosè: ha reso volontariamente impuro un uomo di Dio.
Ma non sono queste le preoccupazioni di Gesù. Egli si espone per essere toccato da chiunque: per questo ha assunto un corpo, per essere toccabile dagli uomini.
Come tocca il lebbroso per guarirlo e si addossa la sua impurità, così si fa toccare dalla donna perché lei possa guarire. La ricerca del suo volto è solamente per confermarla nella fede che ha avuto: per incontrare il Signore e ottenere salvezza, ha dovuto andare oltre quella norma che la escludeva da Dio per incontrare il volto di colui che l’ha chiamata figlia.
Giairo, capo della sinagoga assiste alla scena: per lui il percorso sarà più difficile. Vengono a dirgli che sua figlia è morta, in più il maestro si è fatto toccare da una donna impura. Si apre una scappatoia per lasciare andare Gesù, per non compromettersi.
Molto bello l’intervento di Gesù che questa volta lo anticipa: «Non temere, soltanto abbi fede!».
E poi la scena nella casa di Giairo, una casa diventata un sepolcro per la presenza della figlia morta: è Gesù entra in quella stanza dove la ragazza è sola e la tocca. Prendendola per mano Gesù la fa rialzare con tutta la forza e la dolcezza di cui è capace.
Non c’è una condizione in cui puoi “fare schifo” a Gesù!
Dovunque ti trovi lui viene e ti tocca, come ha toccato quelle due donne, per rialzarle, per restituirle alla vita, alle relazioni, alla dignità, a Dio.
Oggi, se vuoi, puoi farti toccare da Dio.
Salmo 113
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo.
Fa abitare nella casa la sterile,
come madre gioiosa di figli. Alleluia.