Il tema più ricorrente nelle letture di questa domenica è quello dell’alleanza nel sangue. Per la Scrittura non ne esiste altra: l’alleanza ha sempre a che fare con il sangue, non è un semplice contratto che un tribunale potrebbe sciogliere; si tratta di un legame che vincola per la vita.
Il legame di sangue è il vincolo più forte che viene riconosciuto universalmente, un vincolo così profondo che la sua esaltazione ha portano non poche devianze (vendette e faide familiari).
Nell’eucaristia Gesù stabilisce con noi un legame di sangue, mette in gioco il suo sangue perché lui possa essere vincolato a noi in modo inscindibile.
L’eucaristia che celebriamo ogni domenica è il memoriale di questo legame che ci identifica, ci caratterizza e ci provoca.
Gesù ha scelto di appartenere a noi prima di pensare che noi apparteniamo a lui.
E’ lui che si è fatto servo e salvatore e attraverso il dono di sé stesso ha legato la sua vita alla nostra perché noi potessimo vivere con lui e per lui per sempre. Di questo noi facciamo eucaristia e a questo legame è vincolata la promessa della sua presenza fedele in mezzo a noi.
Questo legame mi identifica? mi caratterizza? mi provoca?
Mi chiedo se sono consapevole di questo legame e come lo vivo: come partecipo all’eucaristia che è il memoriale della Pasqua e la sorgente sempre nuova di questo legame?
Mi chiedo come mi sento contemporaneamente legato ai fratelli e alle sorelle che, come me, sono uniti a Cristo in modo così forte; se li considero veramente fratelli e sorelle o se è solo un modo di dire.
Dal Salmo 116
Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo.