“riconoscete dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede” (Gal 3,7).
“«Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».” (Lc 19,9-10)
Abramo è il padre di tutti i credenti; per questo la sua non è semplicemente una discendenza genetica; ciò che ha reso fecondo Abramo è stata la sua esperienza di fede in Dio, la sua fiducia nella promessa e nell’alleanza che Dio aveva stipulato con lui.
La pretesa di essere figli di Abramo che i Giudei presentano a Gesù è in contrasto con la loro cecità e la loro incapacità di riconoscere le opere di Dio che si stanno realizzando in Gesù.
L’esperienza della fede in Abramo (la sua “opera”) è stata un cammino in progressione attraverso un itinerario di fede sempre più profondo, lasciandosi guidare nella conoscenza della verità su Dio che all’inizio non conosceva se non per intuizione.
Essere figli di Abramo significa essere disponibili a mettersi in cammino, lasciandosi guidare nell’esperienza della verità che si rivela progressivamente e ci introduce nella nostra libertà, la vera terra che Dio ci concede in dono e nella quale ci chiede di abitare.
Fede, verità e libertà sono i tratti “cromosomici” dei figli di Abramo: uomini e donne che accolgono di compiere un esodo dalle loro certezze e si lasciano guidare alla conoscenza della verità tutta intera.
«Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». (Gv 8,31)